7 AGOSTO 1909 – GIUSEPPE DESSI’

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Giuseppe Dessì

L’incontro con l’autore di questo mese direi che è fortuito: grazie a questa rubrica ho avuto modo di conoscerlo. Al contrario di quanto avvenuto finora, proporre un autore che già conoscevo e opere che avevo già letto, ho pensato di arricchire anche le mie conoscenza letterarie. Così, cercando tra gli scrittori nati nel mese di Agosto, ho scoperto GIUSEPPE DESSI’ e mi sono ricordata di avere un suo romanzo nella libreria di famiglia, giuntomi in “dote” matrimoniale da mio marito, un vecchio libro con almeno 50 anni di vita sulle spalle, la copertina blu dura, la pagine macchiate e ingiallite dal tempo che sembra quasi di sfogliare una reliquia antica. Non lo avevo ancora letto e ne ho approfittato. Il romanzo in questione si intitola “PAESE D’OMBRE” ed è stata una lettura molto coinvolgente perché è uno di quei racconti che piacciono a me, corale, che narra di tempi antichi, di un’Italia che non c’è più, quella dei nostri bisnonni: arretrata, analfabeta ma genuina. Infatti benché l’autore ci racconti la vita di Angelo Uras, dall’infanzia alla vecchiaia, la vera protagonista di tutto il romanzo è la Sardegna e con abilità narrativa Dessì affronta problemi attuali ancora oggi: l’ecologia e il deforestamento, lo sfruttamento dei poveri nel contesto storico sociale dell’unità d’Italia neonata. Il romanzo è ambientato a Norbio, probabilmente alter ego di Villacidro, città natale dell’autore. Angelo Uras è un bambino povero, orfano di padre, che vive con la madre Sofia e che si ritrova improvvisamente erede dell’avvocato don Francesco Fulgheri, ucciso per vendetta da un ex cliente e che aveva preso a ben volere il bambino, a dispetto dei parenti diretti. E’ attraverso la crescita di Angelo che ripercorriamo una parte della storia della sua terra, la Sardegna dell’Ottocento. Attraverso le tradizioni e la vita quotidiana degli abitanti di Norbio, riviviamo momenti storici cruciali per l’isola come l’eccidio di Buggerru, una rivendicazione di condizioni di vita migliori per i minatori repressa nel sangue e con ripercussioni in tutta Italia. Riviviamo un’epoca contadina in cui il legame con la terra e le tradizioni era molto forte, in una Sardegna che non si sente integrata con il continente, parte di quel Regno d’Italia che in realtà sa solo sfruttare le ricchezze del suo territorio a discapito delle bellezze naturali, condizione comune a molte regioni dove la povertà era marcata, per questo leggendo “Paese d’ombre” ho come avvertito una comunanza di condizioni, di sofferenza, di oppressione vissute anche dalla gente contadina in Umbria. Sono storie che ho sentito, che ho letto, vissute anche direttamente dai miei nonni contadini sfruttati e ingannati dai padroni. Non racconto di più della trama, volutamente non entro nei meandri dell’intreccio narrativo reso così bene, scorrevole, capace perfino di farmi sentire quasi lo stormire degli alberi dei boschi, lo sferragliare del trenino che trasporta il legname, gli spari dei cacciatori, il frullare degli uccelli sugli alberi, il rumore del vento, il silenzioso lento cadere della neve. Mi è sembrato quasi di “vedere” davvero i personaggi descritti: il burbero don Fulgheri, il vecchio zio Raimondo, Angelo Uras, Sofia Curreli, Valentina e le sue sorelle, il signor Manno, Zurito e Carignosa e così via descritti così nitidamenteda renderli reali. Un bel romanzo storico che non per nulla ha vinto il Premio Strega esattamente 50 anni fa.

GIUSEPPE DESSI’ è nato a Cagliari il 7 Agosto 1909 ma è cresciuto a Villacidro. Il carattere difficile, molto chiuso, sul quale ha inciso moltissimo l’assenza del padre spesso lontano in quanto militare di carriera, che caratterizza la sua adolescenza subisce un’evoluzione quando, nascosta dietro un muro nella casa del nonno, scopre una biblioteca murata. Nonostante la scarsa predisposizione agli studi che abbandona senza concluderli, il ragazzo si appassiona alle letture del nonno, testi filosofici e scientifici, che sono causa di profondi turbamenti psichici che lo condurranno al punto da essere considerato pazzo e rinchiuso in una casa di cura. Grazie all’intervento del padre che lo spinge verso altre letture, in particolare l’Orlando Furioso, lo salva e lo allontana da propositi autodistruttivi, facendogli ritrovare il piacere per lo studio tanto da iscriversi al Ginnasio a Cagliari, fino alla laurea alla Statale di Pisa. Inizia così la sua carriera scolastica in diverse città italiane ma anche a scrivere i suoi primi racconti dove protagonista è sempre la sua terra, la Sardegna e sarà sempre così. Sembra quasi che in questo modo, rendendola protagonista di tutta la sua opera letteraria, Dessì voglia colmare la distanza fisica, causata dal lavoro, che lo tiene lontano dalla sua isola. È del 1939 il suo primo racconto “La sposa in città” ed è del 1972 l’ultimo romanzo, “Paese d’ombre” considerato unanimemente il suo capolavoro, vincitore del Premio Strega con una insolita vasta platea di consensi. Amante anche della pittura ha esposto le sue opere in diverse mostre e ha scritto numerose opere teatrali tratte dai suoi racconti e romanzi. Dopo una malattia ultradecennale muore a Roma il 6 Luglio 1977. Per rendergli onore il comune di Villacidro e la Regione Sardegna hanno dato vita  ad una Fondazione che dal 1986 organizza il Premio Letterario Giuseppe Dessì. Concludo con delle curiosità: chi si volesse recare a Villacidro con il romanzo “Paese d’ombra” alla mano, ritroverà Norbio e i luoghi dove si sviluppa l’intreccio della trama.

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