La rosa

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La rosa spontanea in Toscana cresce in 30 specie.
Pianta molto antica, in greco wrodon, in armeno vard, per i popoli del Mediterraneo wr(o)d(a),  in celtico irlandese ros, in anglosassone rose.
Era il fiore dedicato a Venere la dea dell’amore. L’isola di Rodi porta il nome di rosa.

Dante paragona il Paradiso ad una rosa, Paradiso, XXXI, 1

“In forma quindi di candida rosa
mi si mostrava la milizia santa
che nel suo sangue Cristo fece sposa.”

William Shakespeare creò un dilemma in Romeo e Giulietta, Giulietta: atto II, scena II.

“Che cosa significa un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa
avrebbe lo stesso dolce profumo se fosse chiamata in qualsiasi altro modo”

Le specie antiche, catalogate nel 1867, sono 21. Caratterizzate da una fioritura molto bella, sono molto adatte per grandi giardini, hanno fiori bianchi e fiori con tutte le tonalità del rosa fino al violetto. Le specie moderne, nascono nel 1867 con l’ibrido di Tea: “La France”. Le loro caratteristiche fanno sì che ne nascono sempre di nuovi ibridi sempre più rifiorenti e di tutti i colori escluso il blu. Le piante più resistenti anche alle malattie sono idonee anche per giardini pubblici e aiuole spartitraffico avendo una prolungata fioritura.
I Cinorrodi contenitori dei frutti, si presentano nei colori giallo arancio belli ed ornamentali.
Un proverbio cita “non c’è rosa senza spine” invece oggi esistono anche varietà senza spine.

George Eliot scriveva “Non pioveranno rose: se vogliamo più rose dobbiamo piantare più rose.”

Speriamo che ciò sia di buon augurio, che la ricerca porti a soluzioni nella crisi pandemica.
Dai petali di rosa si estrae l’essenza di rosa e l’acqua di rose. La prima distillazione avvenne in Europa nel 1580 da Rossi e Della Porta, ma già nell’Iliade viene scritto che la Dea Afrodite cura le ferite di Ettore con olio di rose.
Come pianta medicinale si usano di più i frutti ricchi di vitamina C, diuretici, sedativi, vermifughi, astringenti. Le foglie macerate assieme a mollica curano l’acne giovanile. L’essenza di rosa è molto usato in profumeria e cosmetica, in aromaterapia l’olio di rose ha proprietà afrodisiache, sedative, antidepressive, antidolorifiche, regolatrici del ciclo mestruale, toniche del cuore e dello spirito.
In cucina i petali delle rose sono usati nelle insalate, seccati nelle tisane, per aromatizzare grappe, cioccolato e torte. Buonissime le marmellate ricavate dai frutti e petali. Dalle giovani foglie essiccate, naturalmente senza uso di pesticidi, si ricavano deliziosi the da consumare in compagnia.
Il fiore ha ispirato molto nei secoli poeti e scrittori fin dalla prima poesia in volgare: dove la donna amata era paragonata ad una rosa, di Giacomo da Lentini nel sec. XIII, fino alle poesie di poeti contemporanei.

«Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».

«Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,
l’abere d’esto secolo tut[t]o quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m’aritonno»………….

Di seguito ho scelto alcune delle numerose poesie dedicate alla rosa:

“Un sepalo, un petalo e una spina” di Emily Dickinson

Un sepalo, un petalo e una spina
in un comune mattino d’estate,
un fiasco di rugiada, un’ape o due,
una brezza,
un frullo in mezzo agli alberi –
Ed io sono una rosa!

“Si destano le rose” di Rainer Maria Rilke

Le prime rose si destano
con un profumo esitante,
che sembra un riso pianissimo
distante distante.
Lo sfiora fugace, d’intorno
con ali di rondine
il volo radente del giorno.

“La rosa bianca “ di Attilio Bertolucci

Coglier per te
l’ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l’anno visitata
sino a ieri,
 ma e’ ancora cosi’ dolce
che fa tremare.
E’ un ritratto di te a trent’anni,
un po’ smemorata, come tu sarai allora.

“In un momento” di Dino Campana

In un momento
sono sfiorite le rose
i petali caduti
perche’ io non potevo dimenticare le rose
le cercavamo insieme
abbiamo trovato delle rose
erano le sue rose erano le mie rose
questo viaggio chiamavamo amore
col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
che brillavano un momento al sole del mattino 
le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
le rose che non erano nostre rose
le mie rose le sue rose

P.S. E cosi’ dimenticammo le rose.

“ Rosa di Macchia” di Giovanni Pascoli

Rosa di macchia, che dall’irta rama
ridi non vista a quella montanina,
che stornellando passa e che ti chiama
rosa canina;
se sottil mano i fiori tuoi non coglie,
non ti dolere della tua fortuna:
le invidïate rose centofoglie
colgano a una
a una: al freddo sibilar del vento
che l’arse foglie a una a una stacca,
irto il rosaio dondolerà lento
senza una bacca;
ma tu di bacche brillerai nel lutto
del grigio inverno; al rifiorir dell’anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto
sorrideranno:
e te, col tempo, stupirà cresciuta
quella che all’alba svolta già leggiera

a cura di Carla Pieraccini

Una risposta.

  1. luigi ha detto:

    ora capisco perchè in Italia si legge sempre meno. gia’ dalle scuole la lettura della divina commedia, Odissea, promessi sposi ecc, era un privilegio solo per gli appassionati della materia, come si puo’ pretendere che sui social si possa diffondere cultura, appesantendo il tema? dovrebbe essere uno svago, non una DAD

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