PREMIO NOBEL LETTERATURA: anno 1904 Josè Echegaray y Eizaguirre

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Nel 1904 il Nobel per la Letteratura venne assegnato a me,  JOSE’ ECHEGARAY Y EIZAGUIRRE ma ho dovuto condividerlo con lo scrittore francese FREDERIC MISTRAL. La motivazione che mi è valsa il Nobel è la seguente: “un riconoscimento per le numerose e brillanti composizioni che, in maniera individuale e originale, hanno fatto rivivere la grande tradizione del dramma spagnolo”.  Una gran bella soddisfazione! Mi presento, sono nato a Madrid il 19 Aprile 1832, mio padre era un professore greco. Ho frequentato una scuola di ingegneria, poi di economia e ho fatto carriera nel governo spagnolo. Le mie idee politiche ed economiche liberali mi hanno portato a partecipare alla Società libera di Economia Politica in difesa di idee commerciali libere. Dopo la rivoluzione democratica del 1868, alla quale però non partecipato, ho contribuito al consolidamento del nuovo regime occupando diverse posizioni politiche di rilievo. Ho anche partecipato attivamente alla fondazione del Partito Radicale. Sono sempre rimasto fedele ai miei ideali repubblicani anche dopo il ripristino della Monarchia nel 1874. Ho anche partecipato alla fondazione dell’Alleanza progressista Partito Repubblicano e ho accettato di entrare nel regime politico della Restaurazione, parte dell’ala sinistra del Partito Liberale. Devo dire, senza falsa modestia, d’altronde mi è stato universalmente riconosciuto, che sono stato un uomo di grande prestigio ma anche un drammaturgo di grande successo di pubblico. L’assegnazione del Nobel sconvolse le avanguardie letterarie spagnole dell’epoca. Anche se venivo considerato il più grande esponente del teatro della Restaurazione, la mia opera aveva ripreso le tecniche più sbalorditive della scena romantica. Nel 1874 venni premiato per le mie prime due opere ma fu con il dramma storico “Nel pugno della spada” del 1875 che cominciai a riscontrare una certa popolarità. Da allora ho scritto più di 60 tra commedie e drammi. Molte mie opere risultarono dei veri eventi e sono stati tradotti in varie lingue, permettendomi anche di incassare lodi da parte del pubblico e della critica. Insieme ad opere a tema storico, tra le quali spicca “Nel petto della morte” del 1879, ci sono quelle che affrontano questioni contemporanee come “O follia o santità”  del 1877. Però la mia opera più famosa è “Mariana” del 1892 scritta per l’attrice Maria Guerrero. Nella mia produzione abbondano i conflitti melodrammatici con duelli, amori e suicidi adulteri, trattati in modo declamatorio, senza alcun elemento di verosimiglianza od analisi psicologica. Oggi i miei lavori potranno sembrare eccessivi, però ai miei tempi i temi trattati come la passione, la grandezza scenica erano così elevati da non lasciare indifferente lo spettatore. Certo una parte del successo era dovuta anche alla bravura e ai virtuosismi di grandi attrici e attori dell’epoca. E’ vero che i giovani autori modernisti miei contemporanei, come pure gli esponenti della “Generazione del ’98” hanno bollato le mie opere come delle grandi croste e i critici negli anni successivi le hanno considerate poco più che delle brutte imitazioni del drammaturgo Calderòn, ma si sa che l’invidia è sempre una cattiva consigliera, a tal punto che si dice che in realtà l’Accademia del Premio Nobel avesse espresso la propria preferenza per il drammaturgo catalano Angel Guimerà la cui superiorità artistica era considerata molto più elevata della mia e che io abbia vinto grazie alle pressioni esercitate da Madrid ma resta il fatto che io abbia avuto sempre un gran seguito. Sono passato a miglior vita a Madrid il 14 Settembre 1916.

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