PREMIO NOBEL LETTERATURA: anno 1916 Carl Gustaf Verner Von Heidenstam

CARL GUSTAF VERNER VON HEIDENSTAM

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Nel 1916 il Nobel per la Letteratura venne assegnato a me, CARL GUSTAF VERNER VON HEIDENSTAM,  “in riconoscimento della sua importanza come esponente rappresentativo di un nuovo tempo nella nostra letteratura”.  Per quanti di voi che non mi conoscono, e penso siate molti, mi presento: sono un poeta e scrittore nato il 6 Luglio 1859 da una nobile famiglia di origine tedesca che mi ha permesso di vivere, nei primi anni della mia vita, in un ambiente riservato e ritirato, fino al trasferimento a Stoccolma per continuare i miei studi, che fui costretto ad abbandonare per gravi motivi di salute. Ero iscritto all’Accademia delle Belle Arti ma, ben presto, ho dovuto lasciare la Svezia per lunghi viaggi in Europa, Africa ed Estremo Oriente, su consiglio dei medici. Durante i miei soggiorni a Roma e Parigi ho seguito corsi di pittura, la mia prima passione. Verso la letteratura lmi ha indirizzato l’amicizia con August Strindberg, drammaturgo e scrittore mio connazionale. Dalle mie esperienze di viaggio ho tratto ispirazione per la mia raccolta di poesie “Peregrinazioni” del 1888 che ha segnato anche l’abbandono del Naturalismo, allora dominante nella cultura svedese. Sia con le poesie di esordio, sia con il romanzo “Endymion” del 1889, ho inaugurato nel Nord Europa il gusto per l’esotismo e per l’edonismo orientaleggiante che tanto aveva attratto i poeti simbolisti europei. La mia evoluzione umana ed artistica mi ha condotto da un iniziale ateismo, presente nelle prime opere, ad una ricerca delle origini religiose medievali precristiane scandinave, suggellata dall’epopea presente in “I soldati di Carlo XII”. In questo periodo è stata piuttosto dura la polemica con l’amico Strindberg sugli elementi basilari dell’arte e della letteratura che ha sancito la rottura tra noi. Il mio amore per la bellezza viene mostrato nel romanzo “Hans Alienus” del 1892, mentre “Poems” del 1895 e “I soldati di Carlo XII” romanzo storico, mostrano una forte pressione nazionalistica. I due volumi di “L’albero dei Folkunghi” del 1905/07 sono invece la storia epica di un clan di capi svedesi vissuti nel Medioevo. Ho lasciato questa vita il 20 Maggio 1940, postuma nel 1941 è uscita la mia autobiografia “Quando i castani fiorivano”.

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