PREMIO NOBEL LETTERATURA: anno 1921 Anatole France

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Nel 1921 il Nobel per la Letteratura venne assegnato a me, ANATOLE FRANCE,  “in riconoscimento della sua brillante realizzazione letteraria, caratterizzata da nobiltà di stile, profonda comprensione umana, grazia e vero temperamento gallico”.

Sono nato a Parigi il 16 Aprile 1844, in un quartiere di editori, librai ed antiquari. Mio padre Francois, sottufficiale monarchico, si faceva chiamare Francois Libraire e al numero 19 del Quais Malaquais aveva il suo negozio di libri. Proprio da lui ho preso lo pseudonimo “France”. Ho ricevuto un’istruzione classica, terminai il Liceo dai Salesiani nel 1892 senza brillare in modo particolare e ottenni il Baccellerato nel 1864. Fin da giovanissimo ho aiutato mio padre nella sua libreria specializzata in opere e documenti sulla Rivoluzione Francese attività che contribuì ad appassionarmi alla conoscenza erudita. Già nel 1863 iniziai a collaborare a riviste bibliografiche finché, 3 anni dopo, venni assunto dall’editore Lemerre di Parigi come lettore: dovevo proporre e curare le pubblicazioni di nuove opere. Il mio primo scritto fu un saggio su Alfred De Vigny scrittore, poeta e drammaturgo francese, pubblicato nel 1868 avevo solo 24 anni. In occasione della Rivoluzione Comunarda del 1871 preferii lasciare Parigi per rientrarvi dopo qualche mese. L’anno successivo pubblicai la raccolta di poesie di corrente parnassiana “Poemi dorati”. Nel 1875 curai la terza antologia poetica e l’anno dopo pubblicai il dramma in versi “Le nozze di Corinto”, tratto da una ballata di Goethe. Nel 1876 venni assunto dalla Biblioteca del Senato, lavoro che mi permise di raggiungere una certa tranquillità economica così che l’anno dopo mi sposai con Marie Valerie Guerin De Sauville, dalla quale ho avuto una figlia Susanne nel 1881. Dopo la pubblicazione dei racconti “Jocaste” e “Il gatto magro”  nel 1881 ottenni finalmente il successo con la pubblicazione del romanzo “Il delitto dell’accademico Silvestre Bonnard”, premiato dall’Academie Francaise. Ero oramai uno scrittore affermato e richiesto nei salotti parigini. Pubblicai nel 1881 il romanzo “I desideri di Jean Servais”  e nel 1883 “Il libro del mio amico”, collaborai come critico letterario con diversi quotidiani, traendo da questa esperienza i quattro volumi de “La vita letteraria”  pubblicati tra il 1888 e il 1893, nei quali non risparmiai critiche al creatore del Naturalismo, Emile Zola e al poeta parnassiano Leconte De Lisle, dal quale venni sfidato a duello. Con il mio matrimonio in crisi, nel 1888 iniziai una relazione con Arman, una donna che influenzò molto le mie idee politiche, che mi avvicinarono alle posizioni ideologiche socialiste. Nel ventennio successivo realizzai le mie opere migliori. Oramai famoso in tutto il mondo mi venne conferita la Legion d’Onore; amante dell’antichità classica, ho visitato l’Italia. Dopo essere diventato accademico di Francia nel 1896 iniziai a scrivere la tetralogia della “Storia contemporanea”, quattro romanzi che hanno come protagonista il signor Bergeret, modesto e disilluso ma colto ed arguto professore di un liceo di provincia; attraverso i suoi occhi descrivo la società del mio tempo, le sue miserie e le sue ipocrisie, mantenendo tuttavia fiducia nella possibilità di un riscatto e di elevamento del genere umano. L’ultimo volume della serie è dedicato al caso Dreyfus, il famoso caso giudiziario dell’ufficiale francese ebreo accusato ingiustamente di spionaggio e deportato alla Cayenna, sul quale la Francia si divise in innocentisti e colpevolisti. A capo degli intellettuali innocentisti c’era Zola, che ricevette il mio appoggio rompendo il mio rapporto con gli intellettuali colpevolisti. Il mio impegno politico si fece più stringente: applaudii la Rivoluzione russa del 1905; con “La vita di Giovanna d’Arco” del 1908 attaccai un mito cattolico e nazionalistico; nello stesso anno pubblicai “L’isola dei pinguini” una satira sulla storia e i destini della Francia. Nel 1910 la mia compagna purtroppo morì e io iniziai a pubblicare meno opere ma nel 1912 ottenni un nuovo vero e proprio trionfo con “Gli dèi hanno sete”, ambientato durante la Rivoluzione francese. Con “La rivolta degli angeli” del 1914 si concluse la mia produzione narrativa. Mi ritirai nella mia campagna, presso Tours, con la mia nuova moglie Emma, ex cameriera della mia Arman. Mentre approvavo sia la guerra della Francia contro la Germania, che la Rivoluzione russa del 1917, iniziai a scrivere le mie memorie. Nel 1910 la Chiesa mise al bando tutte le mie opere. Nel 1921 mi giunse il Nobel e nel 1922 diedi alle stampe il mio ultimo libro di memorie “La vita in fiore”. Ho lasciato questa vita il 12 Ottobre 1924. Dopo i grandiosi funerali di Stato, sono stato sepolto a Neuille-sur-Seine, a Parigi. Per voi ho scelto questa poesia.

S’impara soltanto divertendosi

L’arte di insegnare non è altro che l’arte
di svegliare la curiosità delle anime giovani
 per poi soddisfarle, e la curiosità
è viva solo nelle anime felici.
Le cognizioni fatte entrare per forza
nella mente la occludono e la soffocano.
Per digerire il sapere bisogna
averlo divorato con appetito.

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