PREMIO NOBEL LETTERATURA: anno 1930 Sinclair Lewis

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Nel 1929 il Premio Nobel per la Letteratura venne assegnato a me, SINCLAIR LEWIS, primo statunitense ad essere insignito di tale onore, “per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi”. Il mio nome per esteso è Harry Sinclair Lewis, sono nato a Sauk Centre, nel Minnesota, USA, il 7 Febbraio 1885, ultimogenito di tre figli di Edwin J. Lewis, medico e Emma Kermott. Mia madre non godeva di buona salute e passava molto tempo lontano da casa per questo e purtroppo morì quando avevo solo cinque anni. Il nome Sinclair mi venne attribuito perché questo era il cognome di un dentista amico di mio padre. Dopo un anno dalla scomparsa di mia madre, mio madre si risposò con una donna dal carattere inflessibile e frugale quanto lui, che resero la mia infanzia non proprio affettuosa e felice, causandomi problemi di socializzazione: ero molto impacciato, con problemi di vista, scarsissimo nello sport, venivo deriso e isolato dai miei compagni di scuola. Questo isolamento mi portò a dedicarmi a vagabondare da solo e a leggere tantissimo di tutto, in modo compulsivo. Cominciai a leggere libri fin da giovane e iniziai a tenere un diario. Sono sempre stato un sognatore e a 13 anni me ne andai da casa per diventare un tamburino nella Guerra ispano-americana. Nel 1908 mi laureai all’Università di Yale e cominciai la mia carriera di scrittore con la poesia romantica e poi con romanzi i cui protagonisti erano dame e cavalieri. All’inizio dell’ultimo anno abbandonai gli studi per aderire al progetto di Hupton Sinclair, Helicon Hall avviato a Englewood nel New Jersey sulle Palisades ma durò pochi mesi perché mio padre mi sospese il sostegno economico. Decisi di trasferirmi a New York credendo di poter vivere vendendo i miei scritti ma non fu così. Decisi allora per Panama per cercare lavoro nei cantieri navali ma anche questa decisione si rivelò un fallimento. Venni riammesso a Yale dove mi laureai nel 1908.  Negli anni successivi mi spostai frequentemente e per un breve periodo vissi in una colonia bohémien a Carmel in California dove ebbe come compagni di avventura Jack London e George Sterling. Pensate che non riuscendo a vendere i miei scritti fu proprio Jack a comprare da me molte trame a dieci o quindici dollari l’una. Pubblicai il primo libro nel 1912 ma con lo pseudonimo Tom Graham: in nove anni pubblicai 6 libri. Tra le mie opere più famose ci sono “La via principale” del 1920 e “Babbitt” del 1922. Vinsi il Premio Pulitzer nel 1926 con “Arrowsmith” che narra la storia uno scienziato idealista ma lo rifiutai. Nel 1927 pubblicai “Elmer Gantry” la storia di un evangelista opportunista e ciarlatano, che venne censurato a Boston e in altre città americane. A seguito di ciò anche altri miei romanzi “La via principale”, “Babbitt”, “Sangue reale” e “Cass Timberlane” vennero messi al bando. Alla cerimonia di consegna del Nobel nel mio discorso mi rammaricai che in America, non solo i lettori ma anche gli scrittori, avessero paura di quella letteratura che non fosse glorificazione dell’essere statunitense e che la mia Nazione fosse il più contraddittorio, deprimente, emozionante Paese al mondo. Per quanto riguarda la vita privata, nel 1914 sposai Grace Hegger che mi diede un figlio e dalla quale poi divorziai e nel 1928 sposai la giornalista Dorothy Thompson, dal quale ebbi un figlio, Michael che divenne attore. Il mio primogenito perse la vita durante la Seconda Guerra Mondiale. Viaggiai sempre molto e negli anni Venti vissi per un pò con altri artisti a Parigi nel quartiere di Montparnasse dove venni fotografato da Man Ray. La mia ultima opera fu “Qui non è possibile” un romanzo dispotico di fantapolitica che racconta dell’elezione di un fascista alla Presidenza degli Stati Uniti. Purtroppo ero dedito all’alcool che causò danni notevoli alla mia salute e ne causò la mia dipartita a Roma il 10 Gennaio 1951. Venni rimpatriato e tumulato nel cimitero di Greenwood nel Minnesota. Le mie opere sono diventate famose per le loro sagaci visioni e critiche della società americana e dei valori capitalistici e per il mio stile comico/satirico ma comprensivo. Ho avuto la soddisfazione di veder realizzato un film dal mio “Elmer Gantry”, “Il figlio di Giuda” premiato da diversi premi Oscar compreso quello a Burt Lancaster come miglior attore protagonista.

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