PREMIO NOBEL LETTERATURA: anno 1932 John Galsworthy

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Nel 1932 venni scelto io, John Galsworthy, per ricevere il Premio Nobel per la Letteratura, secondo inglese insignito di tale onore, “per la sua originale arte narrativa, che trova la sua forma più alta ne La saga dei Forsyte”.

Sono nato a Kingston-upon-Thames il 14 Agosto 1867, secondo di quattro figli di una ricca famiglia del Surrey. Mio padre era un avvocato di successo che amava molto la letteratura e l’arte, mentre mia madre era figlia di un importante produttore. Mi iscrissero alla scuola di Harrow e poi al New College di Oxford dove mi diplomai nel 1889, per continuare poi al Lincoln’s Inn di Londra perché diventassi avvocato; posso affermare che ero noto per essere un ottimo atleta. L’attività di avvocato però non mi interessava, preferivo di gran lunga viaggiare quindi inizia ad occuparmi delle attività di famiglia nel settore marittimo ma nemmeno gli affari mi appassionavano quanto i viaggi.Durante un viaggio di ritorno in nave dall’Australia, conobbi Joseph Conrad scrittore e navigatore di origine polacca, che a quel tempo era il secondo di bordo e nacque un’amicizia profonda e duratura. Fu grazie a lui che mi avvicinai alla letteratura, apprezzando i lavori di Ivan Sergeevič Turgenev, Lev Tolstoj e Rudyard Kipling e, tramite Joseph, conobbi lo scrittore e critico letterario Edward Garnett ed io lo convinsi a pubblicare le sue storie. Dopo il mio ritorno in Inghilterra iniziai a frequentare un mio cugino, Arthur e sua moglie Ada, a dire il vero un matrimonio infelice, e fu lei a consigliarmi di iniziare a pubblicare le mie storie. Lasciai così casa mia e presi in affitto un piccolo appartamento, cosa che non piacque affatto a mio padre però decise comunque di aiutarmi e ciò mi permisi di dedicarmi completamente alla mia creatività. Inoltre, la mia vita indipendente dalla famiglia mi permise anche di frequentare più assiduamente Ada, tanto che diventammo amanti ma, nonostante lei fosse disponibile a divorziare, non avrei mai potuto sposarla perché ciò avrebbe procurato un dolore tale a mio padre da ucciderlo. Cominciai a pubblicare a mie spese i miei primi lavori utilizzando lo pseudonimo di John Sinjohn, tutte in stile tardo romanticismo inglese in voga all’epoca. Nonostante il loro successo e influenzato da Dickens, Maupassant, Tolstoj e Turgenev decisi di abbandonare quello stile e iniziai a pensare di creare un ciclo di romanzi realistici che raccontassero la storia di una grande famiglia borghese. Intanto nel 1904 morì mio padre e finalmente libero da vincoli, sia finanziari che morali, venni in Italia, dove vissi per mesi apertamente con Ada come marito e moglie. Questa situazione spinse Arthur ad accettare il divorzio e nel 1905 potemmo sposarci, sfidando la morale vittoriana che ci costò l’ostracismo da parte di parenti e amici che si allontanarono da noi ma eravamo troppo felici per preoccuparcene. Nel 1906 iniziai la stesura del mio capolavoro che mi porterà al Nobel, la trilogia “La saga dei Forsyte” con la pubblicazione di “Il possidente”, poi nel 1920 “Nella ragnatela” ed infine nel 1921 “Affittasi”. Una trilogia che tratta l’evoluzione della borghesia inglese dall’epoca vittoriana in poi. Durante la lavorazione della trilogia, continuai a scrivere racconti e interludi riuniti poi in una raccolta “Una commedia moderna” scritta tra il 1924 e il 1928. Nel 1910 scrissi anche un’opera teatrale “Giustizia”  che riscosse molto successo ma soprattutto tanto clamore da portare ad una modifica della legislazione sulle prigioni inglesi. Nel 1911 il mio matrimonio subì un piccolo intoppo: ad una delle mie opere teatrali partecipò come ballerina e coreografa Margaret Morris. Lei era molto più giovane di me ma si innamorò a prima vista e la sua adorazione non mi lasciò indifferente nonostante fossi un quarantenne affermato. La nostra infatuazione rimase tuttavia platonica: mia moglie era totalmente terrorizzata dalla possibilità di perdermi e scrisse una lettera a Margaret dicendole quanto grande fosse la sua sofferenza, decisi di allontanarmi da quest’ultima. Nel 1932 mi venne conferito il Nobel ma io ero già gravemente malato e non potei andare a ritirarlo: un tumore al cervello mi ha tolto da questa vita terrena a Londra il 19 Febbraio 1937. L’infausto evento ebbe un effetto devastante su Ada la quale per il resto dei suoi giorni continuò a ricordare il nostro amore leggendo le mie poesie. Dopo il mio funerale un gruppo di scrittori miei connazionali chiesero che le mie spoglie venissero seppellite nell’Abbazia di Westminster, richiesta che venne rifiutata perché avevo così tante volte avevo ridicolizzato la Chiesa e i suoi ministri da non meritare tale onore, così venni cremato e le mie ceneri disperse sull’Inghilterra. Nonostante il mio impegno attivo nella lotta per una revisione della censura, il suffragio alle donne, il divorzio, il salario minimo e l’aver devoluto metà dei miei guadagni in beneficenza evidentemente non mi ritennero degno di riposare tra i grandi poeti inglesi. Dietro mie precise disposizioni il denaro ricevuto con il Nobel andò al Club PEN, un’organizzazione internazionale non governativa di che avevo fondato a Londra nel 1921 allo scopo di promuovere l’amicizia e gli scambi intellettuali fra scrittori di tutto il mondo. Dopo la mia morte persi gradualmente di popolarità fino a quando nel 1949 “La saga dei Forsyte” approdò al cinema e poi divenne sceneggiato televisivo nel 1967 e miniserie nel 2002. Ada visse altri 13 anni nel ricordo del nostro amore e prima di morire bruciò tutte le lettere che le avevo scritto.

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