“GERMOGLI DEL TEMPO” raccolta di poesie di Giovanni Casini: recensione

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Conoscere Giovanni Casini è stata una delle esperienze positive della mia vita, tra le più arricchenti senza ombra di dubbio. Ci siamo incontrati nel 2001 quando decisi di dare vita ad un’associazione culturale e cercavo persone da coinvolgere nel progetto: il suo nome mi venne suggerito da una comune amica, Eleonora. Così, insieme a Rosanna e Silvia, demmo alla luce il Circolo Culturale LaRocca e ad una amicizia a quattro che ancora oggi resiste, anche se la distanza non ci permette la frequentazione assidua del passato. Sfatiamo il mito che tutte le amicizie siano rose e fiori! Con Giovanni infatti non è stato così, ho avuto anche dei contrasti perché, in fin dei conti, siamo entrambi testardi e permalosi (Giovanni non offenderti) ma se l’amicizia è vera, i problemi si superano, a volte anche senza tanti discorsi e così è stato. Abbiamo condiviso delle belle esperienze noi quattro grazie al Circolo, esperienze di arricchimento personale, come ho già detto, perché non c’è dubbio che Giovanni sia una persona culturalmente molto preparata e questo ha permesso a noi amiche, di ampliare le nostre conoscenze in ambito letterario e di questo non possiamo che ringraziarlo. L’esperienza che abbiamo condiviso alla radio, in modo particolare, ha contribuito enormemente a conseguire alcuni degli scopi per i quali avevamo dato vita al nostro Circolo: la condivisione, l’apprendimento e l’accrescimento. Caro Giovanni, negli anni abbiamo imparato ad apprezzarti ma soprattutto a conoscerti, attraverso le tue poesie. Anche perché solo attraverso i tuoi versi avremmo avuto modo di “impararti”, di capire un pò come sei, vista la tua proverbiale riservatezza. Puoi quindi ben immaginare con quale stupore abbiamo accolto la notizia della pubblicazione della tua raccolta di poesie “GERMOGLI DEL TEMPO”, speriamo non ultima, liriche che sorprendentemente svelano tanto di te, mettendo a nudo il tuo passato, il tuo sentire, il tuo intimo, la profondità del tuo animo.

La raccolta si suddivide in 8 parti: spazia da una prima parte incentrata più sulla natura a quelle più intime, testimonianza di un percorso di vita intenso, a tratti doloroso a tratti un pò più leggero, spesso malinconico. Versi mai scontati, mai artificiosi bensì pennellate che danno vita, nella mente del lettore, alle immagini che la tua penna tratteggia con parole che, attraverso l’inchiostro, il tuo cuore trasferisce sul foglio candido. Sono emozioni, sono sensazioni, sono motteggi che hai fissato su carta e ti ringraziamo per averli voluti condividere con noi. Sono poesie molto intense ma ce ne sono alcune che, come è ovvio, ho preferito alle altre. Come “LA NONNA” così bella e intensa, che sento molto forse a causa di quelle origini contadine che ci accomunano, che sono sì fonte di orgoglio ma sono anche testimonianza di una vita difficile e faticosa per chi ci ha preceduto e l’ha vissuta davvero.

“… Quando la vita era solo lavoro

fatica e poco amore, privazioni e odii

e le ragazze sposavano, modeste, uomini semplici

al lume della lucerna incerta fidanzati

e alla candela fumosa sposi nell’incenso.

I figlioli venivano presto, scendevano

le disgrazie improvvise a oscurare

la faticosa vita di lavoro e poco amore”

E poi “NOTTURNO DI STAZIONCINA” mi riporta alla mente un tempo in cui anch’io frequentavo spesso la stazione a causa del lavoro di mio padre e per me, bambina, era fonte di giochi il correre per i corridoi degli scompartimenti dei vagoni e così questi versi mi emozionano

“… un treno che rumorosamente passa

freccia di suono e luce pazza

illuminati attimi di subito spenti

nel fragore scuro della notte e dei venti”

Poi c’è “NELLA CASA VEDOVA” che trovo incredibilmente intensa, ma incredibilmente non perché non ti ritenessi capace di tale intensità ma perché così intima in quei versi 

“…E’ il sonno la cura che spegne ogni dolore,

del giorno è l’abitudine quieta

di chi vive l’età senza più sperare”

che mettono a nudo una sofferenza che, in quei momenti era senza speranza, che è incredibile che tu l’abbia condivisa con il pubblico! Ma il tormento di questa poesia fa parte del passato, oggi la realtà è diversa: c’è la serenità espressa nei versi di “SANT’AGATA UNA SERA D’ESTATE” 

“… Con Sara accanto accolgo la notte

senza timore, calando il buio,

di lontane voci e suoni l’eco

del mondo appena giunge”

Sara che è riuscita a smussare un pò la tua “orsaggine”, grazie Sara! Ed infine, quasi a smentire le mie stesse parole quando affermo che sei un uomo culturalmente preparato, ci proponi la poesia “DEL TEMPO”

“Di tutto quel che so

Poco so

Perché sapere è

Limite di sé…”

sintomo di una voglia di conoscere, di sapere insaziabile, senza limiti perché nella vita non bisogna mai pensare d’aver raggiunto il traguardo, c’è sempre un orizzonte più lontano da scoprire. 

Caro Giovanni, la mia non vuol essere una recensione tecnica, incentrata sulla metrica, sull’analisi dei testi, la parafrasi; non sono un’esperta ma una “lettrice di cuore”: le poesie mi devono trasmettere sensazioni non perfezione e le tue svolgono questo compito molto bene.

Concludo con una richiesta: regalaci ancora poesie!

5 risposte

  1. Silvia ha detto:

    Che bella recensione, evoca ricordi piacevoli di un passato neppure troppo lontano. La nostra amicizia, la meravigliosa esperienza in Radio…. Sono onorata di aver percorso un bel pezzo di strada con tutti voi

    • Stefania Bocchetta ha detto:

      grazie lietissima che ti sia piaciuta la recensione ma il merito è tutto delle poesie di Giovanni che evocano ricordi e sensazioni, trasmettono sentimenti profondi. Grazie anche per i 20 anni che abbiamo condiviso nel Circolo, un’esperienza davvero straordinaria che a me è servita molto sia a livello caratteriale che personale.

  2. luigi lucaioli ha detto:

    grazie a Stefania ho conosciuto anche io Giovanni. Mi è subito piaciuto quel suo carattere schivo, un pò chiuso poteva sembrare “orso”, ma ritengo semplicemente di poche parole, essenziali, senza panegirici, così come le sue poesie che lasciano al lettore il tempo di metabolizzare e comprendere la sintesi. Essendo molto schivo anche io, non ho avuto modo come invece mi sarebbe piaciuto, di approfondire la sua conoscenza.

  3. ROSANNA FABRIZI ha detto:

    Grazie Stefania , mi hai dato l’opportunità di rileggere alcune poesie di Giovanni che mi sono sempre sembrate particolarmente originali, suscitando momenti di riflessione dove i ricordi si fanno sempre più forti. Tanti anni condivisi con piacere con il gruppo, per le tante cose fatte, ma soprattutto per il tempo passato a confrontarsi a “colpi” di poesia. Siamo stati dei precursori, nessuno o pochissimi leggevano poesie in pubblico, oggi in molti lo fanno. Abbiamo raggiunto il nostro scopo? Chissà.

    • Stefania Bocchetta ha detto:

      io penso di sì anche solo per il fatto che ognuno di noi ha attinto dagli altri per una crescita personale proficua e senza prevaricazioni, con umiltà sia quando abbiamo ricevuto sia quando abbiamo donato. Penso e sono convinta che qualcosa abbiamo trasmesso anche a coloro che ci hanno seguito per tanti anni ma anche se non fosse così basta quello che abbiamo provato noi stando insieme

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